Nel corso della storia sono stati promulgati una moltitudine di metodi e tecniche per realizzare il Karma Yoga. Alla base del successo ci sono generalmente l’AZIONE, il culto, il controllo mentale e la filosofia. Passiamo brevemente in rassegna ognuna di queste direzioni principali, che saranno trattate in modo più approfondito in seguito.

Anche le azioni più semplici e di routine, se offerte a DIO senza aspettarsi alcuna ricompensa, diventano KARMA YOGA.
Per AZIONE, SWAMI VIVEKANANDA non intende il servizio quotidiano. Intende il servizio disinteressato verso altri e verso la società. Ciò include la carità e l’aiuto prestato senza il minimo pensiero di ricompensa e persino evitando qualsiasi ringraziamento e manifestazione di esso. Chi è impegnato su questo sentiero dovrà dimenticare qualsiasi senso di autostima che non si accordi con la sua azione di servizio distaccato. Questo sentiero si chiama KARMA YOGA e può – anzi, deve – essere praticato da tutti coloro che sono sono avvinghiati al mondo materiale.

Così, lentamente, i bisogni e le tendenze egoiche vengono rimosse e l’individuo impara a identificarsi con i bisogni degli altri proprio attraverso il suo servizio disinteressato nei loro confronti. Diventa così un essere universale dirigendo le sue attività verso il bene di tutto ciò che lo circonda, rifiutando di orientarsi verso il proprio piacere e la propria comodità. Infatti, tutti i sistemi YOGA mirano a sradicare l’identificazione con l’ego e i suoi desideri, in modo che l’individuo possa identificarsi con la natura universale in sé e negli altri.

Coloro che sono guidati dall’azione possono intraprendere il sentiero del KARMA YOGA, lo YOGA dell’azione. Jean Herbert lo pratica da decenni e diffonde in Occidente i testi e i libri fondamentali dei grandi maestri nella sua raccolta “Spiritualites vivantes”. Nelle sue opere condivide con noi la sua profonda esperienza e ci ricorda l’insegnamento della BAGAVAD-GITA:

  1. È impossibile per l’uomo stare in piedi senza agire.
  2. Perciò l’uomo non deve mirare all’inazione.
  3. Alcune azioni sono obbligatorie.
  4. Non si devono desiderare i frutti dell’azione.
  5. Non si deve essere attaccati all’azione.
  6. Non bisogna considerarsi l’autore dell’azione.
  7. L’azione così compiuta non vincola l’autore.
  8. Inoltre, il KARMA YOGA è abilità in azione.

Infatti, “in questo mondo è impossibile non agire, anche solo per un momento” (KRISHNA), “nessuno può evitare il lavoro” (RAMAKRISHNA), “anche se l’uomo è immobile e apparentemente inattivo, i suoi organi interni, la sua mente e il suo intelletto sono sempre attivi, la completa cessazione di qualsiasi azione è una cosa impossibile” (SWAMI RAMDAS). “Il lavoro svolto come SADHANA (pratica spirituale) è un mezzo potente” (SRI AUROBINDO), “Non è astenendosi dall’azione che l’uomo gode della non-attività, né rinunciando ad essa che raggiunge la perfezione… l’azione è superiore all’inazione” (KRISHNA).

Il KARMA YOGA, questo YOGA della vita quotidiana, rispetta in ogni essere la propria natura: bisogna essere in accordo con la propria natura e seguire la propria legge, “che è migliore della legge di un altro” (BAGAVAD-GITA). Ogni essere è diverso dagli altri e, per dirla come Victor Hugo, “solitario ma solidale”. Il KARMA YOGA dà all’azione personale il suo vero significato nel mondo. Il suo scopo la è la liberazione, in quanto sostiene il non attaccamento ai frutti dell’azione. Bisogna esserne consapevoli, senza dipendere da nessuno o da niente, con il “solo motivo di partecipare in modo distaccato all’opera di DIO”.

L’eliminazione dell’ego si trova quindi nell’uguaglianza e nella grandezza dell’anima, nella libertà e nella dedizione dell’azione al mondo, all’umanità, a DIO. Il Karma-yogi, come un cavaliere dell’anima, “non ha speranze personali, il suo spirito e il suo essere sono sotto il suo perfetto controllo, ha bandito ogni senso di possessività, si accontenta di ciò che gli accade, vince le dualità, non invidia nessuno, è uguale nel fallimento e nel successo, non è più incatenato nemmeno quando agisce” (BAGAVAD-GITA). Ramdas ha anche detto che: “Senza il KARMA YOGA, JNANA e BHAKTI non sarebbero altro che egoismo spirituale”. La voce del KARMA YOGA parte dall’interno e conduce verso l’esterno.