Amare il proprio corpo in modo corretto
dell’insegnante Yoga Gregorian Bivolaru
Ciò che segue è una semplice tecnica yogica che ci insegna a conoscere e ad accettare il nostro volto e tutto il nostro corpo in modo trasfigurante, in modo molto intimo. Praticandola con costanza, possiamo arrivare a vedere noi stessi come una creatura molto bella, il cui aspetto esprime la meravigliosa storia di tutta la sua vita, proprio come un frutto maturo rappresenta la storia dell’albero da cui è nato.
1. Spogliamoci dei vestiti e restiamo nudi, poi mettiamoci davanti a uno specchio abbastanza grande da riflettere tutto il nostro corpo.
2. Guardiamo con attenzione prima il nostro viso e poi tutto il corpo, finché non cominciamo a vederci in modo trasfigurante. Contemplando noi stessi in questa maniera, possiamo iniziare a percepire che l’immagine del nostro corpo nudo, riflessa nello specchio, porta con sé l’impronta di tutta la nostra vita, e che tutte le gioie e gli stati meravigliosi, che abbiamo sperimentato nel suo corso, sono silenziosamente presenti su ognuno di noi. Ci accorgeremo che uno sguardo così profondo e trasfigurante ha la capacità di trapassare dal corpo fisico al corpo metafisico e spirituale.
3. Ripetiamo, poi, questo processo di trasfigurazione concentrandoci su ogni particolare e su ogni parte del nostro corpo: occhi, naso, bocca, fronte, guance, mento, braccia, petto, seni (nel caso delle donne), addome, zona genitale, cosce, piedi. Cerchiamo di scoprire su tutto il nostro corpo la manifestazione silenziosa di una vita vissuta in modo armonioso e felice. Notiamo le linee armoniose che il riso, la gioia, la realizzazione interiore e la felicità hanno creato.
4. Cerchiamo anche di notare distintamente le linee o i contorni creati dai vari momenti di tensione, di sofferenza o di stress. Possiamo notare, ad esempio, le occhiaie, che tradiscono notti insonni, tensione e inquietudine, così come la diversa consistenza e l’anomala colorazione della pelle in quella determinata zona. Facciamo questa differenziazione in modo equo, oggettivo e con distacco.
5. Guardiamo poi il viso e tutto il corpo come creazioni divine e focalizziamoci ad una visione sintetica, superiore, retrospettiva, il più possibile lucida e distaccata dei cambiamenti che le nostre forme corporee hanno subito nel corso della vita, in base agli eventi che abbiamo attraversato.
6. Infine, interiorizziamo e memorizziamo le percezioni vissute e, dopo qualche istante, percepiremo con chiarezza la realtà concreta dei cambiamenti nel nostro corpo. Consapevoli che, proprio come uno specchio, riflette i nostri stati prevalenti.
Avremo, così, l’opportunità di osservare diversamente i volti e i corpi di coloro che ci circondano. Quando guardiamo con attenzione e lucidità, attraverso la trasfigurazione, ogni essere diventa più bello, perché ne riusciamo a scorgere la vita stessa e la sua bellezza. Una bellezza interiore che, in realtà, è chiaramente visibile sui volti e nelle forme di ognuno.”
Estratto dal libro “Semplici tecniche yogiche e alcuni metodi tradizionali che generano effetti benefici intensi, profondi e sorprendenti”, pubblicato da Shambala e stampato dalla casa editrice Ganesha.